QUARESIMA 2020
TRA CIELO E TERRA
Città dell’uomo, città di Dio
Le porte chiuse da quasi tutta la quaresima acuiscono la nostra nostalgia della Settimana Santa che incominciamo con la Domenica delle Palme…dove le palme le vedremo solo in mano al Papa e al Vescovo. Tutte le celebrazioni, comprese quelle del Triduo Pasquale le vedremo solo per TV e TV 2000 in particolare. Seguiamole, comunque, con fede limpida, con speranza invincibile e con carità ardente: sia il nostro cuore a vibrare di gioia, consegnando al Signore l’impegno di chi continua a lottare contro la terribile pandemia che ancora non si esaurisce.
Dal Messaggio del Vescovo
“La città dell’uomo è il luogo della socialità e dell’amicizia, la città di Dio è lo spazio della fraternità e della carità. Divise o in conflitto portano morte alla città dell’uomo e tristezza alla città di Dio. Insieme crescono nel mirabile intreccio di cura della civiltà e desiderio di Dio”.
VI^ domenica
LA CITTA’ SALVATA
VANGELO della Passione del Signore (Mt. 26,14-27,66)
VANGELO
Siamo al culmine del nostro itinerario quaresimale e il racconto della Passione del Signore ci introduce nella Settimana Santa. Se i riti liturgici risultano frustrati dalla situazione attuale che li impedisce, il nostro itinerario interiore non viene meno, favorito dai mezzi di comunicazione sociale. È virtuale la loro ricezione, ma è reale la loro efficacia spirituale, anche se privata - ahimè troppo a lungo per il perdurare della pandemia - dell’Eucaristia. Il desiderio che ne abbiamo è, comunque, già nutrimento!
Città tentata (1^d.) - Città progettata (2^d.) - Città curata (3^d.) - Città illuminata (4^d.) - Città assicurata (5^d.) è la nostra Novara con tutte le altre. E i segni cittadini sono stati il Tribunale (1^d.) - il Municipio (2^d.) - l’Ospedale (3^d.) - l’Università (4^d.) - il Broletto (5^d.).
In ogni settimana si è cercato di evidenziare come città di Dio e città dell’uomo si possono integrare nella prospettiva di una nuova civiltà dell’amore. Ma è nella Settimana Santa che l’itinerario quaresimale culmina con
LA CITTà SALVATA
Certamente ogni città del mondo desidera essere salvata dall’intraprendenza umana, da cittadini consapevoli che “insieme si può” mirare a una vita terrena che sia pari alle aspettative del “bene comune” …la parola magica del “mio bene è nel bene di tutti”.
Ma già qui i credenti sanno che è fondamentale la religione, che colloca l’uomo “fra Cielo e terra” Tutte le religioni puntano alla salvezza dell’uomo a cui è essenziale la fede in Dio.
Ma il cristianesimo manifesta al grado supremo questa correlazione tra Dio e l’uomo. in Gesù Cristo, Dio incarnato - morto - risorto “per noi uomini e per la nostra salvezza” esso travalica ciò che è terreno e ci proietta nell’eternità.
È, dunque, per questo che il segno sintetico della citta salvata a Novara è riconoscibile nella CATTEDRALE Essa è la madre di tutte le chiese della diocesi, perché è la chiesa del Vescovo, insieme con la concattedrale, la Basilica: in esse il Vescovo esprime il suo ministero di evangelizzazione (Maestro), santificazione (Pontefice), missione (Testimone), “presiedendo nella carità”. Noi poi abbiamo S. Eufemia, San Marco, Monserrato, Rosario…e poi c’è Maria Ausiliatrice coi Salesiani, il Carmine con i greco-cattolici ucraini, S. Giovanni decollato e ai margini S. Nazzaro con i Cappuccini, S. Michele all’Ospedale, senza contare tutte le cappelle interne delle Comunità religiose e del Vescovado.
Le chiese sono il luogo privilegiato della salvezza, in esse, infatti, si ricevono i sacramenti e soprattutto si celebrano abitualmente i Divini Misteri che ci rendono Città di Dio tra le case degli uomini.
È quello che avremmo espresso in questa domenica delle Palme con la processione festosa dalla Basilica alla Cattedrale che salta a causa della pandemia in corso.
Può essere bello però, ricordare quanto preghiamo nell’inno quaresimale delle lodi:
Nella santa assemblea
O nel segreto dell’anima
Prostriamoci ed imploriamo
La divina clemenza.
“Nella santa assemblea o nel segreto dell’anima”: il prodotto non cambia!
Questo è il lungo tempo del “segreto dell’anima”, quello evocato dal salmista nella struggente nostalgia del salmo 42: “Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: dov’è il tuo Dio? Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: attraverso la folla avanzavo tra i primi fino alla casa di Dio, in mezzo ai canti di gioia di una moltitudine in festa”.
Ma verrà il momento gioioso del salmo 117: “Apritemi le porte della giustizia: voglio entrarvi e rendere grazie al Signore…Ordinate il corteo con rami frondosi fino ai lati dell’altare”.
Oh, i salmi!... Se poi pensiamo che anche Gesù pregava con Maria e Giuseppe “Come virgulto d’ulivo intorno alla mensa” (salmo 129)…Lui “figlio della giovinezza” (salmo128)!
PREGHIERA
Idealmente ci rechiamo nelle nostre chiese deserte
e preghiamo con il Salmo 83.
Rit. Il nostro cuore non riposa fin che non dimora in Te, Signore.
Quanto sono amabili le tue dimore Signore degli eserciti!
L'anima mia anela e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente.
Rit.
Anche il passero trova una casa e la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.
Rit.
Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi.
Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio e ha le tue vie nel suo cuore.
Rit.
Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente; anche la prima pioggia l'ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare
avanti a Dio in Sion.
Rit.
Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo, guarda il volto del tuo consacrato.
Rit.
Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa; stare sulla soglia della casa del mio Dio è meglio che abitare nelle tende dei malvagi.
Rit.
Perché sole e scudo è il Signore Dio; il Signore concede grazia e gloria, non rifiuta il bene a chi cammina nell'integrità.
Signore degli eserciti, beato l'uomo che in te confida.
Rit.
«Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen».
La nostra settimana santa, in queste dure settimane di pandemia, più che mai, Signore, si celebra nelle nostre case, nelle nostre piccole chiese domestiche.
Il digiuno eucaristico del Sabato Santo, già a lungo anticipato in tutta la quaresima, rende struggente in questi giorni la nostra forzata astinenza: nutrici ora, Signore, con il nostro ardente desiderio di Te, Pane di vita eterna.