LA PASQUA DEL SIGNORE
È “EUCARISTIA”
L'edificio spirituale del corpo di Cristo si costruisce nell'amore secondo le parole di san Pietro. Con le pietre vive si eleva un edificio spirituale per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo (cfr. 1 Pt 3, 5). Questa opera di costruzione spirituale mai diventa oggetto più appropriato di preghiera come quando il corpo stesso di Cristo, che è la Chiesa, offre il corpo e il sangue di Cristo nel sacramento del pane e del calice.
Infatti il calice che beviamo è la comunione del sangue di Cristo e il pane che spezziamo è la partecipazione del corpo del Signore; poiché vi è un solo pane, noi, pur essendo molti, formiamo un solo corpo; tutti infatti partecipiamo dell'unico pane (cfr. 1 Cor 10, 16-17).
Quella grazia che fece della Chiesa il corpo di Cristo, faccia sì che tutte le membra della carità rimangano compatte e perseverino nell'unità del corpo. Sia questa la nostra preghiera
Dai «Libri a Mònimo» di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo.
(Lib. 2, 11-12; CCL 91, 46-48) Sacramento di unità e di carità
L'edificio spirituale del corpo di Cristo si costruisce nell'amore secondo le parole di san Pietro. Con le pietre vive si eleva un edificio spirituale per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo (cfr. 1 Pt 3, 5). Questa opera di costruzione spirituale mai diventa oggetto più appropriato di preghiera come quando il corpo stesso di Cristo, che è la Chiesa, offre il corpo e il sangue di Cristo nel sacramento del pane e del calice.
Infatti il calice che beviamo è la comunione del sangue di Cristo e il pane che spezziamo è la partecipazione del corpo del Signore; poiché vi è un solo pane, noi, pur essendo molti, formiamo un solo corpo; tutti infatti partecipiamo dell'unico pane (cfr. 1 Cor 10, 16-17).
Quella grazia che fece della Chiesa il corpo di Cristo, faccia sì che tutte le membra della carità rimangano compatte e perseverino nell'unità del corpo. Sia questa la nostra preghiera.
(Dagli scritti di san Fulgenzio di Ruspe).
III Domenica di Pasqua
LA CITTà NUTRITA
Vangelo: nello spezzare il pane (Lc. 24,13-35)
Vangelo
Già nella domenica di Pasqua avevamo sottolineato l’episodio dei discepoli di Emmaus: con Gesù risorto la città dell’uomo era accompagnata a scoprire, strada facendo, il significato delle Scritture: Gesù stesso si è fatto loro maestro a “scaldare il cuore”, come i due discepoli affermano dopo aver riconosciuto “nello spezzare il pane”.
La città dell’uomo ha bisogno di essere accompagnata ancor oggi, perché non smarrisca obiettivi di bene, dentro la situazione pandemica, che, benchè meno virulenta, conserva ancora un alto tasso di pericolo. Papa Francesco non cessa, lui emblema della Città di Dio, di farsi interprete del Risorto, perché prevalga la concordia e a lui fa eco il nostro Vescovo, i Vescovi italiani nella Conferenza Episcopale. Il Consiglio Episcopale della C.E.I. sollecita tutti i cristiani che in virtù del battesimo sono costituiti sulla terra “Città di Dio” a sentirsi parte significativa della “città dell’uomo” cercando di sviluppare anche la FASE 2, quella della ripresa, pur ancora insidiata vicino a noi e anche da noi dal rischio epidemico assai elevato.
Ecco, la FASE 2 è quella che ormai non può più essere intenta solo a tamponare, solo a controllare e a vincere il COVIT-19. La FASE 2 non può esimersi dal far ripartire l’economia e tutta la vita sociale e qui, più che mai, occorre che le forze politiche non si facciano competitive e addirittura concorrenziali, svilendosi in antagonismi perversi.
è il tempo, anche per la città dell’uomo di “spezzare il pane”, di essere NUTRITA, di riguadagnare una convivialità che non pensi solo alla sopravvivenza, ma al benessere della gente.
LA CITTA’ NUTRITA
L’episodio dei discepoli di Emmaus ha il suo baricentro proprio nella sua conclusione: i due riconoscono Gesù, vivo in mezzo a loro, NELLO SPEZZARE IL PANE.
I cittadini della Città di Dio sanno che questo è il cuore della loro convivenza fraterna, della loro identificazione di discepoli: il RISORTO ESSI LO INCONTRANO NELL’EUCARISTIA CHE LI NUTRE, CHE LI FA CHIESA. Essi stanno soffrendo in questi mesi di non poter “mangiare il Corpo, bere il Sangue”. Lo fanno i sacerdoti per loro, è vero, ma è giusto che essi sentano la nostalgia di essere Chiesa radunata a celebrare i Divini Misteri, anche partecipandovi “mangiano e bevendo”, come vuole Gesù e come Egli stesso ha fatto nell’Ultima Cena, anticipando nel rito ciò che avrebbe vissuto nel triduo pasquale.
I Discepoli del Signore lavorano perché Novara, l’Italia, l’Europa, il Mondo sia CITTA’ NUTRITA in tutto ciò che è necessario alla vita. Ma nutriti essi stessi di Eucaristia - e speriamo presto anche di fatto - intendono prodigarsi perché a tutti gli uomini siano riconosciuti i diritti allo stesso nutrimento senza discriminazioni e i poveri siano veramente commensali; ognuno possa raggiungere a mano tesa il piede del Salvatore; come il pittore Poletti descrive il “cimento”, ka salita ardita dei giovani Novaresi fino alla cima della cupola a toccare il piede della statua, protendendosi verso Gesù Risorto.
PREGHIERA
Preghiamo con la seconda parte del Salmo 103 che è un inno al Creatore che nutre il suo popolo sia materialmente che spiritualmente.
Rit. Apri la tu mano, Signore, e sazia ogni vivente.
Quanto sono grandi, Signore,
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature.
Rit.
Tutti da te aspettano
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono,
tu apri la mano, si saziano di beni.
Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono
e ritornano nella loro polvere.
Rit.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
La gloria del Signore sia per sempre;
gioisca il Signore delle sue opere.
Egli guarda la terra e la fa sussultare,
tocca i monti ed essi fumano.
Voglio cantare al Signore finché ho vita,
cantare al mio Dio finché esisto.
A lui sia gradito il mio canto;
la mia gioia è nel Signore.
Rit.
Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi.
Benedici il Signore, anima mia.
«Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen».
Affretta. Signore Gesù, il giorno in cui potremo tornare alla tua mensa per mangiare il Sacramento pasquale. Ci nutra ora il desiderio di Te, Pane di vita eterna. Fa’ che noi stessi ci facciamo “pane spezzato” nella carità verso chi vive con noi nella città dell’uomo, che anche attraverso la nostra generosità attende di essere nutrita. Amen.