TEMPO PASQUALE 2020
TRA CIELO E TERRA
città dell’uomo, Città di Dio
LA PASQUA DEL SIGNORE è “SEQUELA”
Tutto il nostro itinerario di quest’anno è impegnato a dire che tra città dell’uomo e città di Dio non deve esserci ne separazione ne conflitto ne rivalità, ma dialogo, collaborazione, condivisione. Uno scritto delle prime comunità cristiane, la “Lettera a Diogneto”, ce ne parla distesamente per dirci che la differenza cristiana, fondata nella fede in Cristo. Sotto il profilo etico si distingue da ogni mentalità pagana, dove questa si scontra con la dignità umana comune a tutti gli uomini per il solo fatto di essere umani
"I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano”. Abitano in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile”.
(Dalla Lettera a Diogneto)
V Domenica di Pasqua
LA CITTà EDUCATA
Vangelo: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv. 14,1-12)
VANGELO
“Se conoscete me, conoscerete anche il Padre” afferma Gesù che aveva appena detto agli apostoli (siamo nei discorsi dell’Ultima Cena): del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. E all’interrogativo di Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”, Gesù esce nella frase decisiva: “Io sono la via, la verità e la vita”. Nella I^ lettera di Pietro (seconda lettura) l’apostolo dice alla prima comunità cristiana che è il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di Lui. Negli Atti degli Apostoli (prima lettura) essi affermano: Noi ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola.
I termini “conoscere”, “la verità”, “ministero della Parola” possono ricondurre a due modi di essere in relazione tra gli uomini: informare ed educare. Entrambi sono parte essenziale del verbo “evangelizzare”, che è il compito primario della Chiesa in tutte le sue espressioni ministeriali che sempre vanno fatte “in parole e in opere”.
LA CITTà EDUCATA
Di fronte al vocabolo “educazione” e al verbo “educare” molti oggi arricciano il naso, perché molti vorrebbero limitare “conoscenza” e “conoscere” a “informare”.
Ma nella “città dell’uomo” guai se scomparisse il verbo educare, anche a prescindere dal Vangelo. Ai diritti civili, ai valori umani, alle relazioni sociali, ai “fondamentali” della convivenza, alla dignità univoca di ogni uomo-donna, alla parità di genere,…bisogna educare: ai cittadini italiani lo insegna benissimo la Costituzione repubblicana. Semmai si può paragonarsi sul come educare, mai sul se educare.
“Io sono la via, la verità e la vita”
I Cristiani nella “città di Dio” sanno bene che Dio fin dall’Antico Testamento si presenta come educatore del suo popolo che Egli vorrebbe “tutto profetico” e i profeti sono sempre presentati alla Parola di Dio come educatori… anche se Dio rimprovera molte volte il popolo che non vuole ascoltarlo. È un rimprovero che anche Gesù, il “Profeta Grande”, rivolge anche ai suoi discepoli, quando essi tentennano prima della sua risurrezione e persino della sua ascensione, davanti alla sua affermazione perentoria: “Io sono la via, la verità e la vita”.
Davanti a Gesù, l’unico Maestro, tutto il Nuovo Testamento afferma in tutte le salse che bisogna lasciarsi educare da Lui e “chi non raccoglie con Lui, disperde”. La “Città di Dio” incoraggia la “città dell’uomo” a non temere di dare retta a Gesù, perché “solo Lui sa cosa c’è nel cuore di ogni uomo” come dice il Vangelo secondo Giovanni. Anche se molte correnti di opinionisti mettono in discussione che esista la verità, la Chiesa continua a ricordare che dove non c’è la verità, c’è il caos, c’è la lite, la discordia,…la guerra.
La chiesa non intende “imporre” la verità all’uomo; nemmeno Gesù lo ha fatto: la “Città di Dio” non fa “proselitismo”, con le buone o con le cattive, sulla “città dell’uomo”. Ma l’evangelizzazione impone al cristiano di proporre sempre e dovunque il Vangelo che è “l’uomo Cristo Gesù”… anche fino al martirio come capita ancor oggi in molto modi: papa Francesco non cessa di rammentarlo al popolo di Dio chiamato a “proclamarlo”.
PREGHIERA
Il Salmo 99 ci invita a riconoscere che il Signore è Dio. Noi acclamiamo a Lui e proclamiamo a tutti le sue meraviglie.
Educati da Lui per Cristo, con Cristo e in Cristo ci rendiamo educatori della sua fedeltà per ogni generazione.
Rit. Maestro bono, Gesù, insegnami la via della vita.
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Rit.
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Rit.
Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
Rit.
perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
«Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo nome venga il Tuo Regno sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male. Amen».
Sei tu, Signore, che educhi il tuo popolo, Rendici docili al tuo insegnamento, Fa’ che le tue vie diventino le nostre vie in mezzo a tante tentazioni che cercano di sviarci dai tuoi sentieri. Rendici liberi nella verità che sei Tu fra tante false notizie. Tu solo hai parole di vita eterna e fa che non ci stanchiamo mai di dirlo a chi ci affidi e a chi incontriamo lungo la via della nostra esistenza. Amen.